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Spi Cgil, la voglia di futuro del sindacato pensionati

Lo scorso 26 giugno sono stato eletto Segretario generale dello SPI di Varese. Considero un onore ma soprattutto un’opportunità questo incarico perché occuparsi di anziani e pensionati significa occuparsi dell’interesse generale del Paese.

Diciamo la verità, in un recente passato dentro la CGIL non sono mancate occasioni in cui taluni si sono interrogati sul senso della presenza del sindacato dei pensionati. Intendiamoci, questi interrogativi provenivano spesso da minoranze interne, e non hanno mai riscosso consenso. Anzi, credo abbiano avuto l’effetto di rafforzare le ragioni della presenza di un grande sindacato dei pensionati organizzato dentro la più grande confederazione sindacale del Paese.

Lo SPI, Sindacato Pensionati Italiani, non è solo la categoria di gran lunga più grande della CGIL, ma negli anni si è caratterizzato come il sostegno più forte alle ragioni della confederalità. Essere confederali significa farsi carico delle ragioni di tutte le lavoratrici e i lavoratori, a prescindere dal contratto applicato, e di tutte le pensionate e i pensionati.

Questo è lo SPI, confederale per definizione avendo tra le sue file ex lavoratori provenienti dalle diverse categorie, accomunati oggi dalla condizione di pensionati. Lo SPI è la naturale prosecuzione dei gloriosi percorsi di militanza di coloro che hanno conquistato lo Statuto dei Lavoratori, hanno partecipato “all’autunno caldo”, hanno contrastato il terrorismo, hanno costruito lo Stato Sociale, si sono mobilitati alla conquista del contratto nazionale e della contrattazione in generale, hanno lottato per i diritti civili. Quelle generazioni oggi sono allo SPI, contribuendo a renderlo un riferimento saldo di militanza e memoria.

Ma non è il passatismo la cifra con cui lo SPI va misurato. Le esperienze del passato sono invece le migliori lenti per provare a vivere il presente, non perdendo mai di vista i nostri valori fondativi e l’affermazione di un Sindacato che non lascia indietro nessuno, capace di raccogliere le sfide che la contemporaneità ci impone, innovando le pratiche e investendo nella formazione e nell’utilizzo delle nuove tecnologie.

La scelta del territorio lo SPI l’ha compiuta anni fa: dove c’è un campanile ci deve essere una sede SPI, si professava allora. A Varese ci abbiamo creduto, implementando il numero di recapiti nelle diverse leghe, siamo presenti in oltre 70 comuni, molto spesso in sedi di proprietà.

Le nostre sedi sono spesso l’unico presidio sociale di un territorio, sempre più spesso ci capita di ricevere gli assistenti sociali alle prese con problemi che un piccolo comune non è in grado di risolvere. Catalizziamo bisogni e richieste di protezione sociale. Consapevoli di essere noi stessi insufficienti a sostenere il peso del disagio sociale

Lo SPI e la CGIL possono farsi interpreti di queste fragilità, da un lato rafforzando il nostro Sistema delle Tutele Individuali, dall’altro costruendo le necessarie vertenze a difesa dei Diritti e a sostegno di un welfare inclusivo e aggiornato ai cambiamenti della società. Invecchiamento della popolazione, inverno demografico, precarietà del lavoro, cambiamenti climatici, richiedono risposte nuove e risorse nuove su Sanità, politiche di sostegno al reddito, un nuovo modello contrattuale e investimenti nella conversione energetica. Significa avere un sistema fiscale che sia anche leva di redistribuzione, dove le aliquote siano progressive e non per categorie.

Abbiamo di fronte a noi alcuni appuntamenti importanti, su cui non esiteremo a mobilitarci: penso al sistema di perequazione delle pensioni che deve essere ripristinato riconoscendo ai pensionati la rivalutazione per contrastare l’inflazione galoppante; penso alla sanità che deve essere pubblica e un diritto fruibile per tutti; penso alla Legge sulla non auto sufficienza che va completata con i decreti attuativi e vanno investite risorse, e all’autonomia differenziata che propone un’idea divisiva del paese rilasciando deleghe in bianco alle regioni senza stabilire i cosiddetti livelli essenziali di assistenza.

Abbiamo una nostra idea di Paese, abbiamo piattaforme programmatiche e proposte politiche, abbiamo militanti e memoria, abbiamo voglia di futuro.

Giacomo Licata – Segretario generale Spi Cgil Varese

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