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Spazi urbani e mobilità, la sfida dei cambiamenti climatici

Le città in cui viviamo occupano circa il 3-4% della superficie terrestre ma sono responsabili del 70% delle emissioni di gas serra direttamente legate all’innalzamento delle temperature, che negli ultimi decenni sta avvenendo in modo molto più rapido rispetto al passato.

La concentrazione di attività umane rende la città cuore del problema ma, allo stesso tempo, anche fulcro delle potenziali soluzioni perché i territori urbanizzati possono diventare protagonisti di un processo creativo e trasformativo di fondamentale importanza quando parliamo di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici.

Di una parte consistente di queste emissioni (circa un terzo) è responsabile il nostro sistema dei trasporti, la mobilità. Secondo l’Osservatorio sugli Stili di Mobilità di Legambiente (seconda edizione, 2022), in media a livello nazionale, il 66% del nostro tempo per gli spostamenti è dedicato all’automobile (non elettrica) o moto privata, l’11% ai mezzi pubblici, auto elettriche o a mezzi condivisi e il 22% è impiegato per muoverci a piedi o in bicicletta. Se da un lato le nostre città paiono effettivamente più accoglienti per le automobili che per le persone, dall’altro un numero sempre crescente di cittadine e cittadini manifesta l’esigenza di attraversare e vivere lo spazio urbano in modo differente.

Le grandi città, a livello nazionale come anche europeo, sono in questo senso dei laboratori in fermento: a Bruxelles nel 2012 migliaia di persone hanno occupato un viale del centro per chiederne la pedonalizzazione, nel 2017 la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha convertito la strada a scorrimento veloce che costeggiava la Senna in un lungofiume pedonale, e da inizio luglio è iniziata la transizione che porterà Bologna ad essere la prima grande città in Italia a 30 chilometri orari.

Questa è la strada che dobbiamo percorrere, interrogando e chiedendo un aperto confronto a chi progetta i nostri spazi urbani, affinché muoversi in modo differente sia, oltre che possibile, anche sicuro e desiderabile per tutte e tutti, a partire dagli spostamenti quotidiani come quello casa-lavoro.

Cecilia Santo – Responsabile Progetto Habitat CGIL Varese

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