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Rafforzare la scuola e garantire la dignità del lavoro

Nonostante il grido d’allarme che da mesi stiamo lanciando, l’esecutivo si limita spesso a convocazioni di tavoli di facciata che servono a tenere buoni alcuni sindacati, non noi.

Nulla si sta facendo per ridurre il divario fra costo della vita e salari: il contratto appena sottoscritto  (19-21) risponde solo al 4,5% dell’inflazione, ma oggi l’inflazione è al 6-7%. Lavorare nell’istruzione, nella formazione e nella ricerca oggi non è attrattivo: non è una questione di “calo della vocazione”, ma di dignità del lavoro.

A questo si aggiunga l’accanimento contro le fasce più deboli attraverso le manovre di ridimensionamento e riduzione del reddito di cittadinanza e la sordità dimostrata verso la definizione di un salario minimo per legge. Come per legge serve definire una norma sulla rappresentatività nel lavoro privato: questo permetterebbe di ridurre il numero dei contratti di comodo firmati dalle cooperative gialle, anche nei nostri settori, e magari spiegherebbe perché l’UGL siede ai tavoli ministeriali.

Nulla si sta facendo per garantire l’esigibilità del diritto allo studio ed alla formazione: le idee malsane sui Licei Made in Italy, sulla filiera tecnico-professionale (di recente scopriamo che c’è un DDL che prevede la riduzione a 4 anni di scuola tecnica-professionale + 2 anni negli ITS Academy!), sulla lotta al disagio sociale presente forte in tutti i contesti scolastici dimostrano l’ottusità fascistoide di chi criminalizza i problemi sociali individuando come soluzione la punizione. Non ci sono investimenti adeguati a combattere la dispersione scolastica, non c’è un piano serio, programmato, strutturato e strutturale per combattere la povertà educativa di zone sociali, prima ancora che geografiche, sempre più a rischio. Non servono 20 docenti in più a Caivano, serve rafforzare la scuola e la presenza delle politiche sociali dello Stato in tutte le zone degradate del nostro Paese. Al contrario si subordina la scuola al mercato del lavoro, secondo una logica classista che vuole premiare chi nasce già con delle opportunità e orientare verso l’annullamento di ogni aspirazione di miglioramento sociale chi invece quelle opportunità non sa neanche cosa sono.

Non si sta dando una risposta al precariato: nella scuola italiana quasi il 25% del personale è precario (sono stimate circa 200.000 supplenze per un organico di 750.000 docenti e 250.000 ATA; in Lombardia il 50% dei posti docenti in organico di diritto sarà coperto da docenti; 704 posti di DSGA sono affidati ad assistenti amministrativi; 160 scuole saranno prive di dirigente scolastico titolare). La qualità dell’azione educativa, dell’istruzione, della formazione passa attraverso la stabilizzazione del personale e la sua formazione continua in servizio. Su questo non ci sono soldi, anzi si sta pensando ad un altro piano di tagli e dimensionamento scolastico, con conseguente scomparsa delle scuole nelle aree più a rischio.

Le università si spopolano, gli enti di ricerca sono smembrati sul territorio: ad una crisi economica e sociale si risponde con investimenti a costo zero o con la panacea dei PNRR, sui quali bisognerebbe fare urgentemente un monitoraggio.

Il tutto sullo sfondo dei progetti di legge dell’autonomia differenziata e del presidenzialismo che spingono l’Italia verso un baratro di profonda anarchia e confusione costituzionale: l’idea è quella di continuare ad impoverire il nostro paese, minandone l’unità e rafforzandone invece le differenze, i divari economici, culturali, sociali.

La FLC ha raccolto oltre 100.000 firme contro questi disegni di legge, con la CGIL stiamo portando avanti un piano di informazione e consapevolezza che dimostra che il popolo italiano non vuole questa pericolosa ed odiosa riforma.

Oggi non abbiamo nessun’altra alternativa se non quella di proseguire il nostro percorso per la costruzione di una opposizione sociale forte, larga, che nasca dal confronto con le lavoratrici ed i lavoratori, su temi concreti come i salari, l’istruzione, la sanità, la precarietà, il lavoro, la vita dignitosa e sostenibile.

Michele Maglione – Segretario Generale FLC Cgil Varese

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