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Resistenza climatica per un nuovo modello di sviluppo

“È il momento di esserci fisicamente, perché la resistenza è un atto fisico, che non si fa stando a casa, ma manifestando insieme nelle piazze e proponendo alternative concrete per tutti e tutte”. Così il movimento “Fridays For Future” lancia lo sciopero del 6 ottobre, durante il quale tornerà a occupare le principali piazze italiane chiedendo urgenti politiche di mitigazione e adattamento. Il giorno successivo, sabato 7, più di cento associazioni e reti saranno invece a Roma per “La Via Maestra. Insieme per la Costituzione”.

La grande manifestazione nazionale di Roma ha tracciato i suoi punti in modo chiaro e si scenderà in piazza rivendicando i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione, perché tornino ad essere pienamente riconosciuti e acquistino concretezza ad ogni latitudine del Paese. Tra questi il diritto a un ambiente sano e sicuro, in cui vengano tutelati beni primari e vitali come l’acqua, il suolo e la biodiversità dei nostri ecosistemi.

La strada non può più essere quella percorsa finora: gran parte delle risorse stanziate per il dissesto idrogeologico sono state tagliate, i flussi di investimento fossile non accennano arresti e inoltre l’atteggiamento nei confronti delle attiviste e attivisti è di continua criminalizzazione.

Questo in un Paese come l’Italia, in cui la media della dipendenza dai combustibili fossili è superiore alla media europea, sfiorando l’80 per cento. Restiamo prigionieri di una classe politica incapace di una visione di decarbonizzazione e di azioni radicali in questo senso, nonostante un’altra stagione estiva costellata di eventi metereologici estremi, dai grandi incendi fino alle varie alluvioni che hanno colpito il nostro territorio.

Di fronte a questa situazione, anche Cgil (già promotore della manifestazione a Roma) ha raccolto l’appello di Fridays For Future che in un comunicato ha invitato associazioni, sindacati e movimenti a una nuova “Resistenza Climatica”. Il sindacato, al fianco dei movimenti ambientalisti sia a livello nazionale che sui singoli territori, chiede il rilancio di un intervento pubblico per un nuovo modello di sviluppo fondato sulle fonti rinnovabili, che tenga insieme giustizia sociale e giustizia ambientale e climatica per una transizione che sia prima di tutto giusta.

Cecilia Santo – Responsabile Progetto Habitat Cgil Varese

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