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Emergenza-sanità, tagli pubblici, vantaggi privati

500 infermieri nella nostra Provincia. I numeri certificano il baratro in cui sprofondano il SSN e lo Stato; uno Stato che disinveste attivamente: taglia la Sanità e cede i servizi al cittadino, pagando soggetti privati per gestire servizi pubblici all’interno di spazi pubblici, moltiplicando le spese fino all’insostenibilità. Spendendo probabilmente più di quanto sarebbe costato investire nei rinnovi. Aggiungiamoci la sempreverde Svizzera e i paesi arabi mediorientali. E il privato. Il quale, dovendo rispondere unicamente alle logiche di profitto, propone contratti più vantaggiosi dal punto di vista economico e professionale.

Il risultato è una catastrofe: concorsi deserti e le dimissioni di chi, in cerca di un reddito più dignitoso e di uno stile di vita più equilibrato, fluisce nel privato o accresce le fila dei liberi professionisti.

Il medico gettonista guadagna più di un primario,sceglie dove e quando lavorare, ma senza di lui interi ospedali chiuderebbero: il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Saronno, dal 2019, ha perso 13 medici su 14. Una deriva che nasce da politiche scellerate e che sembra inarrestabile.

Le misure sono nulle, gli appelli inascoltati: l’eliminazione dell’esclusività per le professioni sanitarie si è rivelata utopica e dannosa, motivata dal mantra “più lavori, più guadagni”.

E dopo due rinnovi in cui eravamo riusciti ad alzare i salari e a riappropriarci di spazi di contrattazione, lo Stato lascia di nuovo migliaia di lavoratrici e lavoratori al palo: la Finanziaria di quest’anno, infatti,  sarà l’ultima opportunità per stanziare le risorse per il rinnovo del CCNL per il triennio 2022 – 2024. Non fossero stanziate in questa occasione, non essendo stato inserito nulla nelle due precedenti, non sarà possibile nemmeno aprire il tavolo di contrattazione…se non rinnovando a zero.

Una situazione inaccettabile, che rischia di trascinare ancora più a fondo un sistema al tracollo, e contro cui intendiamo opporci con forza, partendo dalla Manifestazione del 7 ottobre a Roma.

Davide Farano – FP Cgil Varese

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