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Fisco e tasse, la Costituzione resta il nostro riferimento

Il tema del Fisco occupa un posto fondamentale nella piattaforma propositiva e rivendicativa alla base della campagna straordinaria di mobilitazione e di iniziative lanciata dalla CGIL, in cui si inserisce la manifestazione del 7 ottobre.

Prima di entrare nel dettaglio, quindi, è utile fare una premessa di carattere generale: l’imposizione fiscale, le tasse che tutti paghiamo, serve a raccogliere le risorse indispensabili per fare funzionare i servizi pubblici di cui tutti usufruiamo, per pagare le prestazioni assistenziali e per indirizzare l’economia attraverso investimenti pubblici diretti in settori in cui il mercato non investirebbe o non creerebbe effetti desiderabili e incentivi per premiare investimenti – comportamenti con esternalità positive, o che complementano obiettivi pubblici.

Per questo la nostra Costituzione, all’articolo 53, recita: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

Questa doverosa premessa rende chiaro ed evidente il legame tra il tema fiscale e l’applicazione della Carta Costituzionale, la Via Maestra da seguire rispetto a riforme che vanno nella direzione opposta, cioè quella della difesa degli interessi di pochi a scapito della collettività.

Passando alla lettura delle proposte sul fisco nella piattaforma, è possibile riassumerle in cinque punti fondamentali:

  • Confermare, rendere strutturale e ampliare la platea dei beneficiari della decontribuzione. Questa misura, in scadenza a fine anno se non ci saranno interventi, è fondamentale in quanto una riduzione dei salari netti sarebbe inaccettabile e gravissima in considerazione dell’inflazione che sta mettendo in grande difficoltà larghissime fasce di popolazione.
  • Indicizzare le detrazioni (che sono lo “sconto” delle tasse per determinati oneri sostenuti da lavoratori dipendenti e pensionati), cioè aggiornarle automaticamente all’andamento dell’inflazione: questo significa preservare i lavoratori e i pensionati dal fenomeno del c.d. fiscal drag, cioè da un maggior peso delle imposte a parità di reddito reale.
  • Lotta all’evasione fiscale come strada principale per reperire risorse. L’utilizzo della tecnologia e l’incrocio delle banche dati, come da anni proponiamo, può abbattere l’ammontare dell’evasione recuperando decine di miliardi di euro. Per farlo serve la volontà politica, ma il governo va nella direzione opposta e negli ultimi mesi ha varato 13 sanatorie / condoni.
  • Fiscalità progressiva contro ogni ipotesi di Flat tax. La Flat tax, cioè una tassa piatta con un’aliquota unica uguale per tutti a prescindere dal reddito rappresenta l’idea di fiscalità che ha in mente il governo, scritta nero su bianco nella legge delega approvata di recente, ma è anche quanto di più ingiusto e contrario ai dettami della nostra Costituzione possa essere immaginato.

La CGIL rivendica invece il rispetto dei principi di progressività e di equità fiscale: le imposte devono aumentare al crescere del reddito, chi ha di più, deve pagare di più!

Inoltre non è accettabile che la legge delega confermi un livello di tassazione che a parità di reddito pesa significativamente di più sui salari e sulle pensioni rispetto alle rendite, ai profitti, al lavoro autonomo e ai grandi patrimoni. L’aliquota Irpef più bassa è infatti al 23%, mentre le rendite immobiliari sono tassate al 21% o al 10%, quelle finanziarie mediamente al 20%, il lavoro autonomo in flat tax al 15% e così via. Il fisco deve premiare il lavoro, non penalizzarlo e scaricare solo su di esso il peso del finanziamento dei beni e servizi pubblici.

  • Tassazione di extra profitti e grandi patrimoni. Viviamo in un’epoca segnata da grandi disuguaglianze che attraversano la nostra società: rivendichiamo quindi politiche redistributive anche attraverso una vera tassazione sia degli extra-profitti (di tutti i settori) maturati durante le crisi pandemica, energetica e inflazionistica, che delle grandi ricchezze. Naturalmente non stiamo parlando degli immobili e dei risparmi di tutte le famiglie, ma dei patrimoni di quel 10% di italiani più ricchi che detengono oltre il 50% della ricchezza netta nazionale.

Queste, in sintesi, le proposte della CGIL in materia fiscale. Il Fisco è sicuramente un punto centrale nella gestione dello Stato, per tutte le ragioni riassunte in premessa, e quindi è giusto che sia al centro di progetti di riforma e di revisione normativa, ma questi devono sempre avere come riferimento e ispirazione la nostra Costituzione, la nostra Via Maestra.

Daniele Bandi – Segretario organizzativo Cgil Varese

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