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Perchè scendiamo in piazza in difesa della Costituzione

Articolo 3 della Costituzione:  “(…) È  compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

E’ per applicare e difendere la Costituzione che sabato 7 ottobre scendiamo in piazza a Roma. Un messaggio chiaro e semplice che sta alla base dell’appello che la CGIL insieme a molte altre associazioni  –  tra le quali Libera, Acli,  Legambiente Arci, Auser, Federconsumatori  e Sunia –  hanno condiviso.

La Via Maestra è quella indicata dalla Costituzione nata dalla Resistenza, un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza tra tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente.

Per questo manifestiamo, per il diritto al lavoro stabile e di qualità, il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale pubblico, solidale e universale, il diritto all’istruzione e a una scuola di qualità,  la formazione permanente e il contrasto alle diseguaglianze  con interventi seri contro l’emergenza povertà purtroppo in crescita.

Sarà un grande corteo a Roma, saremo in diverse migliaia  di persone, per la giustizia sociale, il diritto a un ambiente sano e sicuro soprattutto per le future generazioni, e insieme rivendichiamo una vera politica di pace.

Ma dal punto di vista economico e sociale stiamo meglio o peggio rispetto ad uno, due o tre anni fa? Stiamo peggio. L’inflazione continua a falcidiare i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Nessun controllo sull’aumento dei prezzi e in più le costosissime politiche fiscali del Governo agevolano i redditi più alti e non agiscono sul recupero dell’evasione fiscale. La riduzione del cuneo fiscale era già prevista e non si vede all’orizzonte alcuna modifica della Legge Fornero.  Rischiano invece di essere concreti i tagli  alle risorse per la sanità, per la sicurezza sul lavoro e per i rinnovi dei Contratti nazionali per i dipendenti del pubblico impiego.

E come se tutto ciò non bastasse il DDL  Calderoli, quello sull’autonomia differenziata   porterà alla definitiva disarticolazione di un sistema unitario di diritti e di politiche pubbliche volte a promuovere lo sviluppo da nord a sud del Paese.   E’ concreto il rischio di  squilibro tra i poteri del Parlamento e quelli di un Presidente eletto direttamente dal popolo: rischiamo di veder saltare i pesi e contrappesi del nostro sistema democratico. E’ il caso del Presidenzialismo  o Premierato così come riportano alcune proposte in campo.

Sabato 7 ottobre dalla provincia di Varese partiremo in diverse centinaia. Un numero importante di partecipanti che sarebbe salito ancora se non avessimo incontrato problemi con i treni speciali.  Sarà un caso?

Le numerosissime assemblee organizzate nei luoghi di lavoro e nelle sedi SPI proseguiranno con gli aggiornamenti sugli incontri con il governo sulla legge di Bilancio 2024.

Stefania Filetti – Segretaria Generale Cgil Varese

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