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Nuovo Codice degli appalti, meno trasparenza e meno controlli

Il 1 luglio 203 entra in vigore la riforma del Il Codice dei contratti pubblici in attuazione dell’articolo 1 della legge 21 giugno 2022, n. 78. La riforma pone, nei titoli, l’esigenza di accelerare procedure e cantieri in riferimento al PNRR (ma non solo), reintroducendo una serie di meccanismi peggiorativi. Credere che siano i tempi dei controlli, e le modalità delle gare, a rallentare i lavori è una leggenda dell’economia liberista. Una visione miope, in nome del fare in fretta, quando l’obiettivo deve essere fare bene. La riforma prevede la liberalizzazione del subappalto a cascata, che porterà nel settore pubblico quanto di peggio già accade in quello privato: la frammentazione dei cicli produttivi, incentivando il nanismo aziendale e la nascita di società “scatole vuote”. In pratica, imprese senza dipendenti prenderanno in appalto lavori pubblici, per poi subappaltare la commessa ad altre, che appalteranno nuovamente, in una catena senza fine. Come sarà possibile verificare il rispetto del contratto e la sicurezza sul luogo di lavoro dove ci sono 5, 6, 7, 8 livelli di appalto? Quando si allunga la filiera, aumentano anche gli infortuni, i carichi di lavoro, lo sfruttamento, le zone grigie. Nel codice è prevista la liberalizzazione sotto soglia: per appalti fino a 5,3 milioni non sarà più necessario indire una gara d’appalto, ma gli Enti potranno procedere con affidamenti diretti. Nel dettaglio: fino a 150mila euro si procede con affidamento diretto, poi fino a 1 milione la procedura negoziata senza bando invitando 5 imprese, numero che sale a 10 per i lavori sotto la soglia Ue di 5,38 milioni. Secondo una stima del Sole24Ore su dati ANAC, in queste condizioni il 98% dei lavori potrà esser assegnato senza bando per un valore attorno ai 19 miliardi di euro. In un Paese, il nostro, dove i fenomeni di corruzione nelle pubbliche amministrazioni, sono tra i più alti d’Europa, quali e quante pressioni riceveranno gli Amministratori locali? Quali e quanti saranno in grado di resistere alle particolari lusinghe? Nella migliore delle ipotesi si formeranno quei «cartelli» che ricordano tanto i tempi Tangentopoli. La criminalità organizzata, certamente, ringrazia.

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