TUTTO POJANA
di Andrea Pennacchi
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Nato da un adattamento in chiave veneta de Le allegri comari di Windsor, quella di Pojana è diventata a tutti gli effetti una delle maschere della satira e della comicità italiane: un avido padroncino ossessionato da i schei e dal suo per nulla velato razzismo, che sfoggia senza remore opinioni durissime (nutrite dal pregiudizio) in merito ai tempi incerti che vivono il Nordest e il Paese tutto. In questo che vuole essere una sorta di Meridiano di Pojana il lettore troverà i migliori e più memorabili monologhi di Pennacchi, dalle sue prime apparizioni televisive fino alle più recenti; le pagine che a Pojana rimandano tratte da altri titoli della sua ormai cospicua bibliografia; una galleria degli altri personaggi che popolano l’universo teatral-letterario del bardo di Brusegana: un ex bouncer, un rinomato derattizzatore, il sosia di Walter E. Kurtz di Apocalypse Now e molti altri. Questo testo li raccoglie tutti, con le loro ossessioni, la rabbia, la disperazione e l’ignoranza. Da maschere goldoniane a specchio di una società intera: per raccontare la loro storia, un po’ falsa e un po’ vera, e per guardarci allo specchio.
Andrea Pennacchi – Teatrista dal 1993, è autore di numerose opere tra le quali Eroi, finalista al Premio Off del Teatro Stabile del Veneto, con quasi mille repliche. Per il cinema, tra gli altri ruoli, ha recitato nel pluripremiato Io sono Li di Andrea Segre (e, per lo stesso regista, anche in Berlinguer. La grande ambizione), ne La sedia della felicità per Carlo Mazzacurati, in Suburra di Stefano Sollima e ne Le città di pianura di Francesco Sossai. Per la televisione, ha lavorato ne Il paradiso delle signore, L’Oriana, Grand Hotel, Non Uccidere 2, Don Matteo e Un passo dal cielo. È spalla di Paola Cortellesi nella serie Sky Petra e ospite fisso di Propaganda Live, in onda ogni venerdì sera su La7. Per People ha pubblicato Pojana e i suoi fratelli (2020), La guerra dei Bepi (2020), La storia infinita del Pojanistan (2021), Shakespeare and me (2022) ed Eroi (2023).
MADRI COSTITUENTI – AGENDA 2026
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Teresa Mattei, Nilde Iotti, Lina Merlin. Ma anche Rita Montagnana, Teresa Noce e Maria Federici. E non solo. Sono 21, in totale, le donne che il 2 giugno del 1946 furono elette all’Assemblea Costituente e che contribuirono alla stesura e all’approvazione della Carta fondamentale della Repubblica. Molte di loro avevano vissuto l’esperienza della Resistenza, e quell’esperienza trovò una naturale prosecuzione nelle istituzioni repubblicane.
Il loro sguardo, la loro visione di un’Italia diversa da quella fascista, si concretizzò in discussioni, interventi e proposte, come quella – voluta da Teresa Mattei – di inserire “di fatto” nell’articolo 3 della Costituzione, secondo il quale “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.”
Nell’agenda 2026 “Madri costituenti”, ripercorriamo le vite e l’impegno di ciascuna di loro, oltre che le leggi repubblicane che ne saranno attuazione, attraverso la cura di Amalia Perfetti e Manuela Mapelli.
IL POPOLO MERAVIGLIOSO
Storie di umani più che umani nello sterminio di Gaza
di Raffaele Oriani e Alhassan Selmi
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Gennaio 2025. Sono i giorni del sumud palestinese: a seguito del cessate il fuoco, Alhassan “Hassan” Selmi, eroico reporter della Striscia, è tra le migliaia di persone che stanno marciando verso nord, verso case probabilmente distrutte. Nonostante il dramma, è una folla gioiosa, piena di speranza. Nasceva allora Hassan e il genocidio, un diario dell’assedio in cui le parole di Hassan si univano a quelle di Raffaele Oriani, giornalista che da tempo denuncia la scorta mediatica dello sterminio, e ai disegni di Marcella Brancaforte, artista e ora attivista. Trascorrono i mesi, la tregua si rompe. I palestinesi tornano a essere sottoposti a infinite modalità di morte. Nessuno fa nulla. Parte un nuovo esodo, stavolta verso sud. È un corteo funebre. Eppure, il popolo meraviglioso resiste ancora. Le parole sono la sua arma, ma non sono parole d’odio. Il racconto e le immagini dalla Striscia – che qui torniamo a raccogliere – trasmettono il senso di responsabilità per le vite che rimangono, per la propria eredità da tramandare.
Raffaele Oriani è stato caporedattore di Reset, redattore di iO Donna e collaboratore del Venerdì di Repubblica. Ha scritto reportage da una quarantina di Paesi. Nel 2024 ha pubblicato per People Gaza, la scorta mediatica e gli è stato assegnato il Premio Stefano Chiarini.
Alhassan Selmi, nato a Gaza, lavora come fotografo e videomaker dal 2009 e, dal 2023, come giornalista sul campo per diversi canali esteri. Ha curato le riprese aeree per il film Erasmus in Gaza (2021) e il reportage Tra le macerie di Gaza (2023) per La7. Nel 2025 collabora con Presa diretta (Rai 3). L’Archivio Disarmo gli ha assegnato il premio Colombe d’oro 2025.
Marcella Brancaforte dal 1988 collabora con periodici e case editrici. Già freelance professor di Illustrazione, con Alhassan lavora al progetto “BeMyVoice | Un diario illustrato per Gaza”.
Disponibili su www.peoplepub.it
VASCHE E MARTELLO: MINATORI ILLEGALI NELLA BOSNIA ED ERZEGOVINA POST-SOCIALISTA. ETNOGRAFIA DI UN MONDO SOMMERSO (ANTROPOLOGIA DELLA CONTEMPORANEITA’)
di Gianluca Candiani
Ledizioni

Una vasca da bagno risale lentamente, come sospinta dal soffio di Madre Terra, dalle viscere di una collina metallifera nei pressi di Zenica, nella Bosnia centrale. Un carico di carbone fumante appena estratto è pronto per essere setacciato e caricato su un vecchio camion dell’esercito jugoslavo dalla squadra di minatori che opera in superficie. È così che, dalle profondità della terra dove trovano lavoro centinaia di minatori illegali bosniaci, nasce un florido commercio parallelo di carbone che andrà ad alimentare caldaie e cucine di migliaia di famiglie in tutto
il Paese. Ciò avviene in totale assenza di contratti, norme di sicurezza, tutele assicurative o garanzie di alcun tipo per i lavoratori.
La dissoluzione della Jugoslavia e la Guerra che ne è seguita hanno portato al collasso del sistema-vita in cui gli abitanti di Zenica hanno vissuto per 50 anni. I lavoratori dell’acciaieria e delle miniere statali sono stati espulsi in massa dal mercato del lavoro senza alternative.
I piani di aggiustamento strutturale in chiave neoliberista che hanno caratterizzato il Dopoguerra bosniaco hanno mutato radicalmente i rapporti sociali, economici e politici nella città-modello socialista. Per far fronte a questa crisi, l’economia sommersa ha assunto un ruolo di primo
piano, che a Zenica si è manifestata con l’estrazione illegale di carbone.
Questo libro, frutto dello sforzo etnografico che ha portato l’autore a lavorare fianco a fianco con i minatori abusivi, rappresenta il primo progetto di ricerca in ambito europeo nel filone di studi delle Artisanal and Small Scale Mining (ASM) e si propone di indagare i temi cari alla letteratura dei post-socialist studies, in particolare la situazione del mercato del lavoro bosniaco e i temi ad esso correlati quali disoccupazione, emigrazione, diritti dei lavoratori, genere, corruzione, sfruttamento e processi di produzione di illegalità in questo particolare contesto post-industriale, post-bellico e post-socialista.