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­­­­­­­­­­­­­Sanità pubblica, universale, accessibile, la battaglia di “Lombardia SiCura”

Alla fine del 2023, la Cgil regionale, supportata da diverse realtà del territorio, aveva proposto dei referendum, parzialmente abrogativi della riforma sanitaria lombarda, allo scopo di affermare il diritto universale alla salute pubblica e la sua centralità. La Regione avendo ritenuto – con motivazioni risibili – di dichiarare inammissibili i quesiti, ha indotto il comitato organizzatore a ricorrere al Tribunale ordinario. L’attesa sentenza, che doveva essere promulgata il 16 aprile, ha visto uno slittamento per dare l’opportunità ai promotori, CGIL in testa, di presentare ulteriori note difensive. Accolta l’opportunità offerta del giudice, l’attività dell’organizzazione in tema di Diritto alla Salute pubblica prosegue con l’auspicio di un’affermazione legale.

Tuttavia, l’attesa del pronunciamento della magistratura, non ferma l’attività di contrasto ad un sistema sanitario iniquo. Specificamente in queste settimane siamo impegnati con una petizione popolare: La Lombardia SiCura, che vede la partecipazione di un variegato comitato al quale aderiscono Associazioni, partiti politici ed esponenti del terzo settore che affiancano la CGIL a livello regionale e quindi, a cascata, anche nei territori.

A Varese ovviamente si sta svolgendo un’attività capillare in tutta la Provincia, le realtà produttive e le leghe dei del Sindacato pensionati per raccogliere firme che poi verranno inviate, unitamente a quelle raccolte in tutti i territori lombardi, in Regione.

I temi sui quali verte la campagna sono quattro: la definizione di un unico CUP regionale; lo stop all’utilizzo dei medici a gettone; la copertura dei costi nelle RSA e diffusione di servizi territoriali per anziani; il potenziamento della medicina territoriale.

Non vi è dubbio che l’elemento comune a tutte le rivendicazioni elencate, sia l’auspicio di un accesso universale al sistema sanitario, che dovrà essere pubblico ed adeguatamente finanziato. È necessario ottenere una corposa adesione alla raccolta delle firme; infatti un eventuale insuccesso della nostra iniziativa ed il mantenimento delle attuali condizioni, comporterebbe conseguenze gravissime quali: l’obbligo di ricorrere al sistema privato, senza alternative e nei casi peggiori, la rinuncia alle cure, fenomeno al quale purtroppo stiamo già assistendo. Si svilupperebbe – cosa che per certi versi avviene già – un perverso sistema nel quale la salute diventi un privilegio destinato ai cittadini ed alle cittadine più facoltosi e facoltose.

Entrando nel dettaglio delle richieste degli organizzatori, possiamo affermare che la creazione di un unico CUP, centro unico di prenotazione, permetterebbe l’abbattimento delle liste d’attesa, vero e proprio fenomeno increscioso e che al momento sembra irrisolvibile. Giova ricordare che, rispetto alle liste d’attesa, da qualche mese siamo impegnati in prima persona con sportelli dedicati il cui fine è quello di garantire il rispetto delle urgenze stabilite per visite ed esami diagnostici.

Il blocco dell’utilizzo dei medici a gettone, professionisti non assunti, ma alla ricerca della miglior condizione professionale che venga loro proposta, dovrebbe garantire, attraverso le assunzioni, migliori condizioni per il personale sanitario ed un minore ricorso alle esternalizzazioni a tutto vantaggio dell’intero sistema, sia dal punto di vista del diritto alla cura per i pazienti, sia per ciò che attiene la professionalità di operatrici ed operatori.

Tra tutti i temi proposti, quello dei “gettonisti” sembra il più vicino ad una soluzione; infatti Regione Lombardia si è recentemente espressa affermando che la prassi è destinata a concludersi. Evidentemente, visti gli interlocutori vigileremo affinché questo avvenga.

Di fronte al fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, si ritiene di particolare importanza proporre la copertura dei costi sanitari nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, accompagnata dalla diffusione di servizi territoriali per anziani, adeguati alle necessità delle persone e supportate da personale congruo a garantire la dignità degli individui.

Infine, ma non certo per importanza, chiediamo un potenziamento della medicina territoriale atta a garantire servizi di prevenzione efficienti in merito a temi cruciali dal punto di vista sanitario e sociale quali: la salute sessuale e riproduttiva per le donne, la salute mentale la sicurezza alimentare del lavoro, la tutela dell’ambiente, servizi che a nostro avviso dovrebbero essere garantiti dall’imprescindibile necessità di dotare le Case di Comunità di adeguato personale.

In un periodo, come quello attuale, dove le cronache politiche enfatizzano la volontà del Governo di promulgare una legge sull’autonomia differenziata, non dobbiamo dimenticare che, già attualmente, la salute è uno dei temi di pertinenza regionale e che vi si destina la parte prevalente dei bilanci, tale meccanismo ha fondamenti storici profondi: l’art. 32 della Costituzione e la Legge 833/1978, totalmente disattesi dal sistema attuale che non garantisce certo l’universalità dell’accesso alle cure, e la gratuità per effetto della fiscalità generale.

Per questo, contemporaneamente alla raccolta di firme sottoponiamo ai Consigli comunali un ordine del giorno che, se votato a maggioranza, supporti i temi citati e riproponga il ruolo, sancito dalla L.833, di definizione strategica in tema di programmazione sanitaria territoriale per ciò che concerne servizi ed obbiettivi.

È difficile immaginare dove ci condurrà il nostro sforzo. In virtù del radicamento del sistema privato in sanità e delle scarse risorse destinate a livello nazionale: poco più del 6% del PIL, ma è necessario provarci, proseguire in una battaglia di civiltà.

L’adesione a La Lombardia SiCura può avvenire anche telematicamente attraverso il link: https://www.change.org/p/la-lombardia-sicura-firma-per-salvare-e-migliorare-la-sanit%C3%A0-pubblica-lombarda?recruiter=1332180186&recruited_by_id=255a7140-d351-11ee-9dcc-415dabcab427&utm_source=share_petition&utm_campaign=share_for_starters_page&utm_medium=whatsapp ed al momento in cui scrivo, si sono superate le 35000 firme.

Siamo a disposizione per fornire materiale a chiunque lo richieda.

Francesco Vazzana – Dipartimento politiche sociali Cgil Varese

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