Il 18 marzo scorso, per tutta la Cgil di Varese, è stata una bellissima giornata di approfondimento e di riflessione. Abbiamo discusso di storia e in particolare di storia delle donne, assieme a Susanna Camusso che, per una giornata, è tornata a discutere in una delle Camere del lavoro del Sindacato di cui è stata Segretaria Generale dal novembre 2010 al gennaio 2019.
Se ripercorriamo le principali battaglie del movimento delle donne ci accorgiamo di come spesso non venga fatta abbastanza luce sul ruolo fondamentale che le donne hanno storicamente svolto, in particolare nel Novecento. A partire dalle “otto ore”, oggi una giornata lavorativa legalmente “a tempo pieno”, che sono state una grande conquista delle mondine e delle lavoratrici tessili.
Essenziale anche il contributo fornito dalle donne in tutti i settori lavorativi, soprattutto nelle fabbriche di armi, durante la guerra. Durante gli scioperi del 43’,44’45’ si distribuivano volantini che rivendicavano “Pane e Pace”, contenenti una critica al fascismo e alle condizioni nelle quali si viveva durante la guerra, al freddo e senza abbastanza cibo. In quegli stessi volantini si chiedeva la parità salariale. Non a caso le prime norme, a contrasto di quello che oggi chiamiamo Gender Pay Gap, sono post belliche. Vengono varate poi le prime norme a tutela del lavoro e della salute della donna in gravidanza ma il suo ruolo naturale resta quello di angelo focolare domestico. E’ con la creazione delle liste uniche dei Centri per l’Impiego che esplodono le contraddizioni e si accende la discussione pubblica poiché le donne cominciano a fare lavori fino ad allora considerati prettamente maschili, come quelli all’interno delle fabbriche siderurgiche. All’interno del Sindacato si costruiscono luoghi di elaborazione esclusivamente femminili, non senza resistenze da parte degli uomini, fino ad ottenere il riconoscimento statutario della norma antidiscriminatoria che prescrive la parità di genere in tutti gli organismi dirigenti della nostra organizzazione.
Le donne sfondano così il “tetto di cristallo” ma è necessario ricordare sempre che le conquiste individuali delle donne devono essere conquiste collettive perché se non sono collettive non sono vere conquiste. A che serve avere una Presidente del Consiglio se poi le condizioni di tutte le donne peggiorano? La conciliazione vita-lavoro infatti oggi è diventata una trappola, le donne conciliano con se stesse poiché gli uomini fanno ancora molta fatica ad utilizzare il congedo di paternità (che per legge dovrebbe essere obbligatorio) e il congedo parentale. Per questo crediamo che sia necessario introdurre un congedo obbligatorio molto più esteso dei dieci giorni ad oggi previsti, quando, in alcuni Paesi Europei come la Spagna, questo arriva a quattro mesi.
E’ necessario decostruire lo stereotipo secondo il quale il lavoro di cura è femminile e non ha valore mentre quello produttivo è principalmente quello maschile poiché porta profitto. Da un lato anche gli uomini possono e devono fare la loro parte di lavoro di cura, dall’altro l’economia deve attribuire al lavoro delle donne il valore che meritano, smettendo di riservare loro lavoro precario, povero e a tempo parziale. Per fare ciò la contrattazione di genere è uno degli strumenti fondamentali a nostra disposizione ma va utilizzato tenendo conto della visione femminile. E’ necessario che esistano davvero due pensieri specifici perché le donne sono l’altra metà del mondo, una metà che conta tanto quanto quella maschile.
E’ necessario ridiscutere i rapporti di potere all’interno dei luoghi di lavoro e delle Istituzioni. Fare ciò significa portare un cambiamento positivo a tutta la Società.
Proprio perché la contrattazione è uno degli strumenti principali della nostra azione sindacale abbiamo avviato a Varese, una raccolta degli accordi, che affrontano le questioni di genere, già sottoscritti con le aziende. A partire dalle esperienze positive già in atto abbiamo posto dei punti fermi, delle linee guida da considerare quando si costruiscono le piattaforme sindacali di contrattazione di secondo livello nei luoghi di lavoro. E’ necessario infatti rafforzare le misure volte alla valorizzazione delle differenze, alla promozione del lavoro femminile e alle esigenze di conciliazione dei tempi di lavoro con i tempi di vita. Tutte misure che, quando inserite in specifici accordi, migliorano la vita non solo delle donne ma di tutti.
E altresì importante ottenere un impegno formale e sostanziale da parte dei datori di lavoro al contrasto delle discriminazioni, delle violenze e delle molestie. Sono ancora troppe le situazioni (ma sarebbe troppo pure una sola) nelle quali interveniamo, con il sostegno dei centri antiviolenza e della Consigliera di parità, Anna Danesi.
Proprio quest’ultima, anch’egli relatrice assieme a Susanna Camusso, ha segnalato come in tema di pari opportunità la legislazione faccia molta fatica a cogliere e intepretare le istanze e i cambiamenti che si verificano nella collettività. Part time e dimissioni nel periodo “protetto” meritano una riflessione in quanto spesso le donne vengono obbligate ad accettare lavori a tempo parziale ma allo stesso tempo quando chiedono un part time per esigenze di conciliazione questo gli viene, il più delle volte, negato. In tema di dimissioni invece, una norma che originariamente era stata scritta per tutelare le neomadri, che permette alle donne che si licenziano entro il compimento dell’anno del figlio, di percepire l’indennità di disoccupazione, oggi è utilizzata come uno strumento di conciliazione che fa uscire però le donne dal mercato del lavoro.
Grazie ad Alberto Villa, dell’associazione maschile plurale, abbiamo infine affrontato le questioni di genere dalla prospettiva maschile ed è altrettanto importante lo sguardo maschile perché la lotta alle discriminazioni e alle violenze deve includere un’assunzione di responsabilità collettiva che spesso, purtroppo, viene a mancare.
La Cgil sta provando, come sempre, a fare la sua parte, con impegno e con fatica, ma come sempre, convinti di essere dalla parte giusta.
Gaia Angelo – Segreteria Cgil Varese