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“Lungo la strada”, il cammino musicale e sindacale di Renato Franchi

Si legge come un romanzo l’imponente ma straordinaria autobiografia di Renato Franchi “Lungo la strada anni di vita e di musica“ (Pietro Macchione editore), che ricostruisce  puntualmente sessant’anni della storia politica, sindacale e culturale del nostro paese, a partire dall’impressionante mole di relazioni e contatti che Renato ha saputo tessere sui palchi di molteplici località della nostra penisola, ma anche in giro per l’Europa. Memorabili in questo senso sono i concerti che  Renato con i suoi gruppi musicali ha svolto  sia nella Germania dell’est, poco prima della caduta del muro di Berlino, sia nell’ex-Iugoslavia  dilaniata dalle guerre inter-etniche. La musica è stata la grande passione che Franchi  ha coltivato con la sua chitarra fin da ragazzo, tanto che cammin facendo  è entrato in interlocuzione, senza alcun timore reverenziale, con  i grandi del panorama  musicale italiano,  da Fabrizio De Andrè a  Vasco Rossi, da Claudio Lolli ai  fratelli Severini (i fondatori dei Gang ), ecc..

Nel frattempo con l’ingresso lavorativo alla Cantoni di Legnano, in  un battibaleno Renato è stato eletto delegato sindacale per la Filtea-Cgil, dimostrando una particolare attenzione al miglioramento delle condizioni di lavoro e ai problemi della sicurezza. Successivamente gli verrà proposto il distacco sindacale con la legge 300 dello Statuto dei lavoratori, per cui  in prima istanza opererà sul territorio in  qualità di funzionario  sindacale dei tessili di Legnano, Busto Arsizio, Gallarate, finchè in seguito ricoprirà il ruolo di segretario provinciale della Filcams-Cgil  di Varese, verificando sul campo come l’azione sindacale dal carattere tradizionalmente collettivo mutava oggettivamente verso un approccio di tipo prettamente individuale e di servizio , in un settore così frammentato come quello del commercio. Infine, Renato   verrà nominato responsabile  del Dipartimento Ambiente, Salute, Sicurezza, proprio in coincidenza con l’esigenza di applicare diffusamente la  legge 626-1994, per contrastare la piaga degli infortuni nei luoghi di lavoro e sviluppare una adeguata e costante  formazione dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Quindi, con il pensionamento nel 2007 Renato ha potuto dedicarsi anima e corpo a tutti quei progetti che serbava nella mente, in quanto in lui si fondono coscienza di classe e coscienza di specie  – puntuale in questa direzione il riferimento all’essenza distruttiva del   capitalocene – , ma anche una profonda coscienza pacifista e anti-militarista, sulla scia del suo amato Boris Vian. Per non parlare della sua indole antifascista, che il padre Domenico  gli ha infuso fin da bambino, al punto che in memoria dei morti della  strage di Piazza Fontana nel 2023 , dopo un  un lungo lavoro di ricerca,  farà  uscire il CD “17 fili rossi + 1” composto da vari autori.

Sono ventidue i capitoli che compongono il libro, ed ognuno di essi rappresenta una tappa del viaggio che Renato ha compiuto nella doppia veste di  autorevole dirigente sindacale e  di  poliedrico artista, ispirato da una sferzante vena poetica, figlia di una invidiabile formazione culturale come autodidatta. Una vena poetica che l’ha condotto, senza risparmiarsi nell’attività quotidiana e semmai sottraendo qualche ora di sonno alla notte, ad esercitare, per dirla con Marx, le “armi della critica“ in ogni campo  di quella sfera che può determinare l’emancipazione delle classi subalterne.

In pratica ove si verificava  un evento di una certa rilevanza – dalla morte nel marzo del 2000 dell’ingegnere Ion Cazacu a quella di Carlo Giuliani a Genova nel luglio del 2001, come per l’altra tragica vicenda di  Vittorio Arrigoni  nell’aprile del 2011  -, Renato è sempre  stato presente, non facendo mancare il suo supporto  sia sul piano dell’impegno musicale che  della solidarietà militante. Vi sono poi gli eventi dolorosi che hanno segnato la vita di Renato, ovvero la morte del padre, di cui ricorda l’umiltà e la coerenza dei comportamenti, e dell’amata moglie Roberta, la sua musa ispiratrice, alla  quale dedicherà  il CD “Oggi mi meritavo il mare-Amori d’autore”, denso di quei  sentimenti e di quel trasporto  che li ha accomunati fin dalla gioventù.

Infine, merita di essere segnalata la grande capacità di Renato nel valorizzare tutte le persone che hanno fatto parte o ancora fanno parte dei gruppi musicali che di stagione in stagione ha fondato e rifondato, così come nel libro sono davvero  pregevoli i ritratti  con le qualità e le affinità di tutte le  persone con cui ha dialogato nel suo percorso di vita e di musica decisamente controcorrente.

Gian Marco Martignoni

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