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Legge su autonomia differenziata: cos’è e perché abrogarla

La Legge sull’Autonomia differenziata è stata approvata definitivamente dal Parlamento, consta di 11 articoli e definisce le procedure legislative e amministrative al fine di definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia.

Il disegno di legge consente di trasferire alcune competenze, prerogativa dello Stato, alle Regioni che ne facciano richiesta tramite accordi con il governo. Sono 23 in totale le materie che le Regioni possono richiedere al governo. Dalla sicurezza del lavoro, all’istruzione, dal commercio estero, fino ai trasporti e alla valorizzazione dei beni culturali. L’elenco si trova fissato in Costituzione all’art.117.

Le Regioni che però volessero già avviare i negoziati per ottenere l’autonomia, non potrebbero richiederla su tutte le 23 materie.

Per 14 materie il trasferimento è subordinato alla fissazione dei cosiddetti Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), degli standard minimi di servizi che devono essere garantiti in modo uniforme in tutto il territorio nazionale allo scopo di garantire diritti civili e sociali a tutti i cittadini. Il governo per questo si è preso due anni di tempo per definire i Lep e per finanziarli.

E’ in campo come si può dedurre un pericoloso tentativo di modificare la Costituzione, con matrice separatista, egoistica e antiunitaria. Un provvedimento che aumenterà inevitabilmente i divari tra le diverse aree del Paese, aggiungerà alla competizione sociale quella territoriale, frammentando di fatto le politiche pubbliche su materie di straordinaria importanza.

Verrà colpito il carattere pubblico e nazionale dell’istruzione, sarà ridimensionato il welfare universalistico e subirà un ennesimo colpo durissimo il nostro sistema sanitario, si indebolirà ulteriormente la prevenzione sulla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro e saranno messi in discussione anche i contratti collettivi nazionali di lavoro.

Dietro la falsa idea che si debba offrire maggiore autonomia ai territori si cerca di assegnare maggiori risorse a chi già ne detiene e diminuirle a chi ne avrebbe bisogno, danneggerà le prospettive di crescita sociale, occupazionale ed economica, condannando il Paese all’irrilevanza politica ed economica, anche a livello europeo.

L’autonomia differenziata è parte del grande scambio di governo che le destre stanno conducendo ai danni delle cittadine e dei cittadini. Da un lato il premierato e la riforma costituzionale, dall’altra l’autonomia differenziata. Le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati, non hanno nulla da guadagnarci, anzi subiranno un ulteriore aumento delle già insopportabili diseguaglianze sociali che attraversano la nostra società.

Per tutto questo le organizzazioni sindacali CGIL e UIL nazionali, hanno deciso di promuovere, insieme ad altri soggetti (associazioni, organizzazioni con finalità sociale, partiti politici), un referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.

Si può firmare nei banchetti di tutta Italia, nelle sedi delle Camere del Lavoro, presso i Comuni di residenza.

Per maggiori informazioni c’è il sito ufficiale della campagna referendumautonomiadifferenziata.com

Pino Pizzo – Segreteria CGIL Varese

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