Welfare, pace e famiglie, declinate rigorosamente al plurale. Sono questi i temi affrontati in occasione della prima edizione di “Fondamentali”, il festival dei diritti che si è svolto a Varese dal 12 al 14 aprile, presso la sala Morselli della biblioteca civica. L’evento, promosso dal comune di Varese e sostenuto da SPI CGIL, si è svolto sotto la direzione organizzativa di People, casa editrice con sede a Busto Arsizio. Un festival dei diritti, certamente, ma anche un festival del libro e dell’editoria: ogni intervento, infatti, si è svolto gravitando attorno a una pubblicazione.
Venerdì 12, per la giornata co-progettata con SPI CGIL e incentrata sul welfare, sono stati presentati i libri di Lorenzo Fronte (Compagni di diritti. La convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità spiegata ai bambini delle scuole primarie), Alessandra Vescio (La salute è un diritto di genere) e Francesca Coin (Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprendersi la vita).
Sabato è stata la giornata che ha messo al centro del dibattito un tema, ahinoi, quantomai attuale, e cioè quello della pace. Francesco Vignarca ha presentato il suo Disarmo nucleare. È ora di mettere al bando le armi nucleari prima che sia troppo tardi (lanciando tra l’altro un appello perché siano le città a impegnarsi nel chiedere il disarmo nucleare), Piero Graglia (Il confine innaturale. La barriera tra Israele e Palestina. Origini e motivi di un muro) e Luca Radaelli di Emergency (Una persona alla volta, di Gino Strada).
La giornata conclusiva di domenica 14 aprile è stata dedicata alle famiglie con gli interventi di Samuele Cafasso (Figli dell’arcobaleno), Stefania Prandi (Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta) e Matteo Grandi (La famiglia X).
Molto partecipati e graditi, soprattutto nella giornata di sabato, i laboratori per bambini e bambine, invitati a esprimersi con pennarelli e tempere sull’attivismo, in particolare quello legato all’emergenza climatica.
La prima edizione di Fondamentali – fanno sapere gli organizzatori – non vuole di sicuro essere l’ultima ma, anzi, tracciare la rotta per diventare un appuntamento fisso, in cui possano riconoscersi e ritrovarsi tutte le persone e le organizzazioni che, quotidianamente, spendo proprio tempo per la tutela dei diritti fondamentali. Si tratta quindi di un arrivederci al 2025.
Stefano Catone – People