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Attualità dell’antifascismo a 100 anni dall’assassinio di Matteotti

Il Comitato Giacomo Matteotti di Varese, per le celebrazioni del centenario della morte del deputato socialista, ha promosso dall’inizio del 2024 iniziative in tutto il territorio della provincia di Varese. Ad oggi, vi sono state celebrazioni a Origgio, Saronno, Busto Arsizio, Gallarate, Varese, Vedano Olona, Tradate, Venegono Superiore, Besozzo. Coinvolti gli studenti dell’Istituto Einaudi di Varese, del Liceo Scientifico “G. B. Grassi” di Saronno. Senza dimenticare il Gala Lirico di Besozzo dove cittadini provenienti da tutta la provincia hanno accolto con entusiasmo le musiche del melodramma evocative delle lotte per la libertà.

Incontri partecipati in cui, oltre ai relatori ufficiali, sono stati i cittadini a proporre riflessioni radicali, non retoriche, centrate sul rifiuto della violenza bellicista e contro le derive autoritarie del nostro tempo. Molti hanno ricordato che la Repubblica e la Costituzione sono il risultato del sacrificio di antifascisti come Matteotti.

Non è un caso, quindi che nell’aprile del 1945, quando la provincia di Varese fu liberata, fra le prime iniziative promosse dal CLN provinciale vi fu, il mattino del 10 giugno 1945, la commemorazione di Giacomo Matteotti, tenuta dal partigiano socialista Federigo Noè, all’epoca direttore del “Corriere Prealpino”, denominazione assunta da “Cronaca Prealpina” dopo la Liberazione. Iniziava con quella commemorazione la riscoperta della figura di Matteotti.

Sul numero del 10 giugno 1945 del “Corriere Prealpino” comparve, in prima pagina, un articolo a firma r. c. che lo ricordava: L’avevo conosciuto in occasione di una mia gita a Roma; poiché un amico m’aveva ottenuto un biglietto per una seduta alla Camera dei deputati, dove anche andai per ringraziarlo. Ero il semplice compagno di provincia, timido e impacciato, ma con Lui, mi trovai subito a mio agio e non ebbi titubanza nel rispondere alle sue domande, sul come andavano le cose nel Partito dalle nostre parti.  Fu gentile oltre ogni dire e quando mi domandò le mie impressioni sulle discussioni alla Camera, mi parve di vedere un sorriso melanconico e poiché io non potevo dirne bene, sussurrò come in un soffio: – In verità se ne cava ben poco. Meglio parlare al popolo. Povero e buon Matteotti! Non passò troppo tempo che i sicari della belva che tu combattevi, Ti uccisero a tradimento, dieci contro uno, come era loro costume. Ma oggi Tu torni o Giacomo e nel tuo viso di fanciullo Tu ci sorridi e noi che Ti ricordiamo fratello maggiore e maestro, noi che non possiamo fare altro per Te, fregiamo del Tuo nome il corso più importante della nostra città: ricordo e monito».

A poco più di un mese dalla Liberazione, Varese dedicava una delle sue vie centrali a Giacomo Matteotti. Fra il maggio del 1945 e i primi mesi del 1946, quando in provincia di Varese si tennero le prime elezioni amministrative del secondo dopoguerra, furono dedicate a Matteotti vie/corsi e piazze in 101 località delle 139 realtà amministrative della provincia.

Non solo il varesino Corso Matteotti quindi, ma in tutta la provincia il mito di Matteotti riesplose prepotentemente in quei mesi di grandi speranze di cambiamento. Il ventennio fascista non era riuscito a scalfire il ricordo del deputato socialista. Matteotti fu assunto come indiscusso simbolo dell’antifascismo. Fuor di retorica, Matteotti rappresenta, anche oggi, un richiamo per far vivere sentimenti e valori intorno ai quali tenere unite comunità nazionale e locale spesso troppo lacerate. Fra le battaglie di Matteotti ricordare quella per la tutela e la centralità del Parlamento come espressione di democrazia e libertà è quanto mai di attualità, e sicuramente da additare alle giovani generazioni.

Giuseppe Nigro – Presidente Comitato Provincia di Varese Giacomo Matteotti

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