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Legalità fiscale, la sfida dei Comuni contro l’evasione

Sign of the Italian Revenue Agencies, tax agency of the Italian public administration dependent on the Ministry of Economy and Finance. Puglia, Italy – 20/03/2020

“Legalità fiscale, la sfida dei Comuni contro l’evasione” – questo il titolo dell’iniziativa organizzata dallo SPI e caratterizzata della presentazione di una ricerca sull’evasione fiscale in provincia di Varese, promossa dal sindacato pensionati della CGIL e realizzata da Across Concept.

La ricerca è stata presentata lo scorso 5 novembre, presso il Salone Estense del Comune di Varese, e ha visto il contributo di Ernesto Ruffini, già presidente dell’Agenzia delle Entrate nazionale, di Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia, del Sindaco di Varese Davide Galimberti e le conclusioni di Tania Scacchetti, segretaria generale dello SPI CGIL.

L’evasione non è solo un problema contabile. È una ferita profonda alla giustizia e alla fiducia civica. Ogni euro sottratto al fisco è un euro in meno per la scuola, la sanità, il welfare, l’innovazione. È un euro tolto a chi lavora onestamente e paga fino all’ultimo centesimo. In Italia, la politica fiscale ha finito spesso per proteggere i forti e punire i deboli, con condoni e rottamazioni che trasmettono un messaggio sbagliato: chi evade può farla franca, chi rispetta le regole paga per tutti.

La ricerca ha evidenziato che la provincia di Varese è seconda solo a Pavia per numero di denunce per riciclaggio e impiego illecito di denaro, rapportato alla popolazione: 53 episodi nell’ultimo anno di rilevazione, 6 ogni 100mila abitanti, quasi il doppio del valore medio regionale (3,5)

Nel varesotto è documentata una presenza significativa di organizzazioni mafiose e criminali dedite ad attività di lucro illegale, come confermano le numerose indagini e processi avviati negli ultimi anni. L’inchiesta “Hydra”, con maxi-processo avviato nel maggio 2025, ha svelato un sistema mafioso lombardo nel quale sono coinvolte alleanze tra Cosa Nostra, ‘Ndrangheta e Camorra; organizzazioni attive in settori come il narcotraffico, il riciclaggio e le false fatturazioni per spartirsi, tra l’altro, contributi statali come l’ecobonus. Il Comune di Varese si è costituito parte civile contro questi gruppi a seguito dei danni causati sia all’immagine che al tessuto sociale della città.

Across concept, ha utilizzato un indice di rischio di evasione basato sulla differenza tra reddito dichiarato e livello di benessere dei territori.

Il modello assume che, a parità di province analizzate, un alto livello di consumi rispetto a un reddito dichiarato basso indichi una maggiore propensione all’evasione; viceversa, redditi elevati e consumi contenuti suggeriscono un rischio minore.

Si è confrontato un indice di benessere (media di otto indicatori) con l’indice di reddito pro capite dichiarato, entrambi standardizzati per eliminare l’effetto delle diverse unità di misura.

A livello regionale, la provincia di Varese presenta il più alto livello di spesa familiare per i beni di consumo durevole e il più alto tasso di immatricolazione di auto subito dopo Milano (26 immatricolazioni ogni 1.000 abitanti nel 2023). Tutto ciò a fronte di un reddito medio per abitante inferiore alla media regionale.

Relativamente all’indice di rischio dell’evasione, Varese si colloca in posizione intermedia. Nel caso della provincia di Varese, il risultato risente dell’atipicità del fenomeno dei frontalieri, particolarmente rilevante in questo territorio. Tale caratteristica contribuisce a spiegare come, nel periodo 2023-2024, la variazione dei depositi bancari delle famiglie consumatrici e delle imprese residenti risulti significativamente meno favorevole rispetto a quanto osservato nella quasi totalità delle altre province lombarde.

Nella provincia di Varese emergono fasce di rischio significativo. Il grado di affidabilità delle dichiarazioni fiscali è basso per più della metà dei contribuenti del varesotto (persone fisiche, società di persone, società di capitale ed enti), pari al 53,8% nel 2022, un valore superiore alla media regionale.

Contrastare l’evasione significa ricostruire il patto civico che tiene insieme diritti e doveri. Significa restituire risorse alla collettività e ridare valore a quel principio semplice, ma rivoluzionario: pagare tutti, per pagare meno e avere di più.

La lotta all’evasione è dunque una scelta politica, non solo tecnica. È il primo passo per una fiscalità giusta e per un modello di sviluppo capace di generare valore nei territori, coinvolgendo le comunità locali nei processi di innovazione e di solidarietà.

In questo percorso, i Comuni devono essere protagonisti. Sono le istituzioni più vicine ai cittadini, le prime a conoscere bisogni e fragilità, ma anche le potenzialità di un territorio. Affidare loro un ruolo attivo nella lotta all’evasione — con strumenti digitali, banche dati condivise e incentivi mirati — significa restituire alle comunità la possibilità di decidere come utilizzare le risorse recuperate: per servizi, casa, formazione, sostenibilità, cura delle persone fragili.

Ogni euro recuperato può diventare un asilo nido, una casa di comunità, un progetto di innovazione sociale. È la fiscalità che si fa giustizia concreta.

Proprio per questo la contrattazione sociale tra sindacato e Comuni assume un valore decisivo. È lo spazio in cui la giustizia fiscale incontra la redistribuzione, dove le risorse recuperate si trasformano in diritti.

Perché la giustizia fiscale è, prima di tutto, giustizia sociale.

Giacomo Licata – Segretario generale Spi Cgil Varese

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