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Nuovo sportello Sunia nel quartiere di San Fermo

Il Sunia di Varese (sindacato inquilini della Cgil) ha promosso, insieme alla Camera del lavoro di Varese, l’apertura di un nuova sede nel quartiere varesino di San Fermo, nei locali dello storica Cooperativa di via Brennero 64. Questa nuova apertura costituisce una delle azioni individuate al fine di rilanciare le attività del sindacato degli inquilini nei quartieri popolari, di cui San Fermo, interessato da una elevata densità di edilizia pubblica, costituisce, con le sue peculiarità, un caso emblematico.

Viviamo un tempo in cui il tema del diritto all’abitare, inteso come accesso ad un’abitazione dignitosa, non trova risposta nelle politiche pubbliche e lo scivolamento verso difficoltà economiche tali da pregiudicare la possibilità di avere un tetto sopra la testa, interessa un fascia crescente di persone e nuclei famigliari.

Si usa dire che, prima o poi, i nodi vengono al pettine e pare che il nostro tempo, voglia restituirci tutti i nodi, tutti insieme. A partire dagli anni ‘90, l’abbandono dell’idea che le politiche pubbliche dovessero occuparsi in modo strutturale dell’accesso ad un’abitazione dignitosa si è espresso in una duplice forma: in primo luogo con il progressivo ridimensionamento dell’edilizia residenziale pubblica, agito attraverso la sottrazione di fondi, l’alienazione di porzioni di patrimonio e la conseguente fuoriuscita di tale comparto dai settori strategici intorno ai quali si costruiscono le politiche di welfare. Allo stesso tempo è stata scelta la strada della deregolamentazione del mercato privato della locazione.

In tal senso l’ultimo e fatale passo si è compiuto nella legge di bilancio del dicembre 2023 con il pressoché totale azzeramento dei fondi di sostegno all’affitto e alla morosità incolpevole. Per quanto strumenti spuntati e imperfetti, poiché diretti a mitigare i sintomi, essi rappresentavano l’ultimo timido tentativo di rapportarsi al tema abitativo in termini di diritto sociale meritevole di tutela. A questi elementi bisogna aggiungere un complessivo arretramento delle politiche di welfare causato da progressivi tagli di spesa , che produce una grave difficoltà dei servizi sociali nella presa in carico delle richieste di sostegno provenienti dalla cittadinanza, in particolar modo quando il problema riguarda il tema abitativo.

Tale contesto restituisce stridenti contraddizioni tra le quali spicca l’elevatissimo numero di appartamenti di edilizia pubblica vuoti e non assegnati, anche per svariati anni, a causa di problematiche manutentive, a fronte di un numero crescente di richieste di assegnazione di un alloggio popolare. Il vuoto rappresenta uno spazio fisico non occupato, ma anche l’arretramento complessivo dei servizi pubblici, in un contesto di crescente incuria, isolamento, abbandono.

A fronte di una narrazione molto diffusa che dipinge gli utenti dei servizi abitativi come massa indistinta agganciata in modo passivo a sistemi di “assistenzialismo”, incapaci di essere soggetti attivi nelle dinamiche sociali, permangono scintille di vitalità unite alla diffusa capacità di analizzare con lucidità la propria realtà di appartenenza. Proprio il tema dei vuoti ritorna nei discorsi proposti dagli assegnatari, i quali meglio di molti commentatori colgono l’urgenza di riempire nuovamente quegli spazi fisici.

A noi il compito di esserci, di rafforzare questo sentire, di farlo prevalere agli istinti di contrapposizione etnico-culturale, spesso alimentati da forti campagne da parte delle forze politiche reazionarie, e di costruire istanze condivise che consentano forme di protagonismo degli assegnatari. In poche parole, anche i vuoti di visione e politiche possono essere riempiti, ma serve ripartire da una mobilitazione politico-sindacale, che sappia crescere e articolarsi proprio a partire dai quartieri popolari e dalle persone che lì vivono

Andrea Cazzolaro – Sunia Cgil Varese

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