Il consueto gradevole autunno della riviera romagnola ha fatto da sfondo, lo scorso ottobre, alla prima conferenza dei consigli sindacali interregionali (CSIR). A Riccione i dieci organismi bilaterali costituiti dalle organizzazioni sindacali dei paesi confinanti e riconosciuti dalla Confederazione Europea dei Sindacati (CES), per la prima volta dalla loro nascita (tra il 1982 ed il 2007), si sono incontrati per condividere problemi, socializzare buone prassi, definire strategie.
L’iniziativa, che ha avuto un grande riscontro tra le istituzioni, ha visto la presenza delle Ambasciate italiane di San Marino, Malta e di quella Svizzera in Italia, oltre alle Istituzioni di San Marino, del Canton Ticino e dell’Emilia Romagna padrona di casa; una grande occasione di confronto con gli interlocutori privilegiati delle OO.SS. di frontiera, un’occasione per misurare il livello di gradimento della strategia sul lavoro frontalieri che i presidi sindacali di frontiera si propongono di implementare a partire dal 2024.
Una strategia unica nazionale capace di fornire un sottofondo comune a tutto il territorio italiano, fornendo una strumentazione giuridica e normativa utile per sostenere le specificità locali che, nell’articolato panorama delle aree di frontiera, pur esistono e sono talvolta molto differente. Il miglior antidoto a quella storica propensione a considerare i frontalieri una sola questione locale, favorendo per questa via la pressione di lobby siano esse politiche o della rappresentanza corporativa, di sedicenti associazioni locali di rappresentanza.
Quella che definiremo quindi la strategia di Riccione, parte dalla conversione in legge dell’accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri Italia-Svizzera, dalla nuova programmazione Interreg ’21-27, dalla proficua collaborazione sviluppata con ANPAL (agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro). A luglio infatti, l’introduzione della legge 82/23, oltre a fornire nuove regole rispetto a quelle definite tra i due paesi nel 1976, ha esteso parte di quelle stesse regole a tutto il territorio italiano: innalzamento del credito d’imposta (franchigia), nuovo sistema di detrazioni e deduzioni, istituzione del tavolo interministeriale presso il Ministero del Lavoro (costituito formalmente il 1° dicembre scorso).
Il combinato disposto di questi provvedimenti definisce un contesto nuovo per il lavoro frontaliero, foriero di opportunità. L’istituzione del tavolo consentirà, finalmente dopo molti anni, di definire uno statuto del lavoro frontaliero, oggi normato dal solo regolamento europeo di coordinamento della sicurezza sociale 883/04, mentre è pressoché sconosciuto per l’ordinamento italiano. La nuova programmazione di cooperazione internazionale Interreg per il settenato in corso è pronta, con il consueto ritardo, a dispiegare le proprie risorse su progetti sperimentali che consentono di affrontare i temi della mobilità, della formazione, della governance internazionale tra i confini. Ai CSIR si pone ora la questione determinante di esserne parte attiva, ben oltre la storica partecipazione dell’area friulana con Croazia e Slovenia, oltre le pessime esperienze della programmazione precedente con il veto svizzero alla progettazione sul tema politicamente sensibile dei frontalieri in Ticino.
C’è un grande spazio progettuale e politico nelle centinaia di milioni che i fondi FESR della UE mettono a disposizione dello sviluppo territoriale. Infine, due anni di cooperazione attraverso l’istituzione del tavolo delle parti sociali di EURES presso ANPAL, ha consentito di dare nuovo ruolo alle organizzazioni dei lavoratori con la definizione di un nuovo regolamento di accreditamento alla rete europea della mobilità internazionale del lavoro. In particolare, l’accordo stipulato dalle organizzazioni confederali con ANPAL, consentirà per la prima volta ai CSIR (più noti come IRTUC nella dizione inglese), di svolgere una funzione di assistenza ai lavoratori che attraversano le frontiere del nostro paese verso le opportunità di lavoro all’estero.
Insomma, la nuova fase richiede un rinnovato impegno per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati; la strategia di Riccione sembra essere la strada giusta.
Giuseppe Augurusa – Responsabile nazionale frontalieri Cgil